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Con il termine Sindrome di Aristotele si designano  quelle persone che pretendono sempre di avere ragione.

Tirare in ballo Aristotele è arbitrario perché fa riferimento solo ad un aspetto della vita di quest’ultimo. Aristotele fu allievo di Platone, ma ad un certo punto incominciò a sviluppare una sua teoria filosofica e metafisica in opposizione con quella del maestro. Egli arrivò ad affermare che i discorsi del suo maestro non avevano fondamento e fu criticato da molti per queste sue considerazioni e tacciato di slealtà e superbia.

S’incominciò ad usare il termine di Sindrome di Aristotele per definire quelle persone che oltre a volere sempre avere ragione si sentono anche superiori, affetti narcisisticamente da una sindrome di superiorità.

A differenza del complesso di superiorità che può riguardare tutti gli aspetti della persona che ne è affetta, nella sindrome di Aristotele la superiorità riguarda, principalmente, solo l’aspetto intellettuale e della conoscenza.

Chi è affetto da Sindrome di Aristotele presenta i seguenti “sintomi”:

 

Ossessione di saper tutto;

Ossessione di dover primeggiare in qualsiasi discussione;

Mancanza di ascolto attento ed attivo nei confronti del suo interlocutore;

Comunicazione e confronto con modalità aggressive;

Discussione ad oltranza finché non gli viene riconosciuta la sua ragione e quindi affermata la sua superiorità;

In caso di mancato riconoscimento delle sue ragioni tendenza ad innestare la polemica ed il litigio.

Come afferma il proverbio: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Quindi impelegarsi in un’interminabile discussione con chi vuole avere sempre ragione e sentirsi superiore è inutile oltre ad essere estenuante.

L’unica strategia efficace in questi casi è interrompere la discussione, adducendo più o meno un pretesto se si vuole essere diplomatici, e mettere in atto una “ritirata strategica” che lascia l’interlocutore spiazzato.

 

Dott. Roberto Cavaliere Psicoterapeuta