L'obiettivo dell'arricchimento lessicale, lo sviluppo delle competenze lessicali tramite la lettura, l'ascolto, la scrittura e la ricerca è una delle attività più utili e necessarie nella scuola di ogni grado. Tale attività prevede esercitazioni mirate, l'abitudine all'uso del dizionario, strumento essenziale per un processo di incremento delle competenze linguistiche.

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Gli studenti che sosterranno l'esame di stato stanno facendo il conto alla rovescia. La prima prova è lo scritto di italiano che i ragazzi sosterranno il 20 giugno 2018  e prevede quattro tipologie a scelta del candidato: A. analisi del testo; B. saggio breve o articolo di giornale; C. tema storico; D. tema di attualità. Lo scorso anno la traccia scelta dal Miur per l'analisi del testo della prima prova di Maturità  fu quella su Giorgio Caproni e sul suo componimento Versicoli quasi ecologici, tratto dalla raccolta Res Amissa. Probabilmente anche per l'esame del 2018 sarà scelto un autore e un testo poco conosciuto e studiato perché, come ha precisato  Luca Serianni nella recente giornata di formazione svoltasi  a Pescaraè volontà del legislatore che gli studenti si misurino con un testo che non conoscono e mostrino, oltre a doti espressive,  padronanza delle tecniche di analisi del testo, capacità di contestualizzare il testo proposto e abilità creative. Noi docenti, nel corso dell'anno scolastico, proponiamo un ampio percorso letterario ai nostri studenti che va da Leopardi al secondo '900 includendo i  più grandi nomi della letteratura italiana  (e anche straniera) sui cui testi  i ragazzi esercitano la capacità di analisi. Propongo qui di seguito l'analisi svolta pochi mesi fa da una mia alunna, Marialaura Desiderio, della classe VA del Liceo Scientifico Alessandro Volta di Francavilla al Mare. 

Una lirica famosa di  Giovanni Pascoli, Il Lampo è stata scelta come testo di cui svolgere l'analisi del testo.

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Da giorni sul gruppo Facebook di Professione Insegnante si discute del fatto se sia giusto o meno correggere, con la penna rossa, gli errori, del fatto che qualche genitore si sia risentito per gli errori sottolineati sul compito del figlio e di come tale azione avrebbe abbassato l’autostima del bambino.

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Nella prassi didattica talvolta mi trovo a fronteggiare le frustrazioni dei ragazzi che non riescono a svolgere con successo i compiti assegnati e che spesso hanno livelli di abilità, competenze, stili di apprendimento e metodi di studio molto diversificati. Trovo sempre utile spiegare loro che quando provano difficoltà e provano fatica significa che stanno imparando qualcosa che non sanno ancora fare.

Utile per guidarli in questo processo la teoria del pedagogista Vygotskij riguardante la Zona di Sviluppo Prossimo (ZSP). La ZSP è definita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, ovvero quello che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore Secondo Vygotskij, l'educatore dovrebbe proporre al discente problemi di livello un po' superiore alle sue attuali competenze, ma comunque abbastanza semplici da risultargli comprensibili; insomma, all'interno di quell'area in cui il discente può estendere le sue competenze e risolvere problemi grazie all'aiuto degli altri.

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Di Cinzia D'Eramo. La conoscenza della propria lingua madre è la base dello sviluppo personale, sociale e culturale di un individuo e della sua partecipazione alla vita pubblica del Paese. Perché chi non sa usare le parole, il logos come spiega Aristotele, rischia di essere tagliato fuori dalla vita del Paese. Uno degli strumenti privilegiati per insegnare le parole e insegnare a pensare sono il riassunto e la sintesi, comunemente ritenuti sinonimi ma che, a ben guardare, sinonimi non sono, come vedremo.

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