Confesso: questa settimana avevo deciso di fare qualcosa di più con i miei studenti ma ogni volta è sempre più una corsa ad ostacoli che impedisce l’ordinaria attività didattica.


Si va avanti tra mille adempimenti, mille giornate di qualcosa, collegamenti con l’esperto di una cosa o di altro e “disturbi” vari.

Non che le attività extra non siano importanti, ma tra giornata della memoria, giornata della gentilezza, giornata di ogni cosa, alla fine l’ordinaria attività didattica non viene più seguita.

Ieri, ad esempio, nel tentativo di portare avanti una giornata di riflessione sulla Donna, e nell’impossibilità di seguire seminari e attività in aula magna, tutto si è svolto on line, in videoconferenza nella quasi totale indifferenza degli studenti, giornata praticamente perduta, compiti in classe rimandati a oggi.

Oggi distribuisco la traccia del compito in classe ma subito arriva un’altra cosa tra l’altro inaspettata: occorrere mezz’ora di corso (sempre on line) agli studenti sulla sicurezza. Saperlo prima avremmo programmato diversamente.

Ma diversamente come? Attendiamo che gli studenti richiedano l’assemblea di istituto, un diritto sacrosanto, intendiamoci, ma siccome sappiamo che la chiedono da un giorno all’altro, non so quando programmare questo benedetto compito in classe.

Se poi aggiungiamo i casi in cui a febbraio non ho potuto far nulla a causa del fatto che molti studenti erano in didattica mista, il gioco è fatto.

Fermi, siamo fermi da un mese tra mille ostacoli, alcuni facilmente rimovibili, altri meno, come ad esempio l’alto assenteismo degli studenti, ormai pratica molto diffusa, almeno dalle mie parti. Non si riesce mai ad avere una classe tutta presente.

Il monte ore annuale attribuito alle varie discipline è solo un numero che va rivisto al ribasso. Già è tanto se si riesce a sfruttare il 50% delle ore disponibili ben consapevoli del fatto che il danno principale lo ricevono loro, gli studenti e quasi mai per colpa loro, spesso per questo desiderio di strafare e propinare mille progetti totalmente scollati dalla realtà, da fare tanto per dire che siamo bravi.

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