Ci risiamo, all’inizio del nuovo anno scolastico vengono fuori le notizie secondo le quali “è tutta colpa degli insegnanti”. E’ di qualche giorno fa la notizia che fa il giro del web secondo la quale un insegnante su 3 si rifiuta di fare test sierologico. Addirittura alcune testate parlano di tampone che non risulta affatto nelle indicazioni ministeriali.
Cosa porta una testata giornalistica come “il corriere della sera” a scrivere un articolo a firma Antonio Polito, che denuncia una rinuncia in massa?
Forse il dott. Polito non sa come funziona il meccanismo del test ma volendo sorvolare sulla sua efficacia o meno, dovrebbe sapere che l’eventuale “rinuncia” non viene affatto comunicata a nessun ente, men che meno al suo giornale. Non è forse prematuro parlare di statistiche quando i docenti hanno tempo ancora per effettuare il test sierologico?
Lo sa il dott. Polito, che ci sono regioni come la Sicilia che non sono per nulla partite con le attività di test sui docenti? Lo sa che ci sono migliaia di docenti che si recano presso il loro medico di famiglia e ottengono risposte tra le più disparate come ad esempio il fatto che il medico non aderisce alle operazioni di somministrazione o che addirittura nella regione di appartenenza nulla è partito in tal senso?


Ecco, prima di sparare notizie false i giornali, soprattutto quelli nazionali, dovrebbero verificare l’attendibilità dei dati in loro possesso. Noi di Professione Insegnante attendiamo di conoscere quali siano i dati che consentono ad una testata giornalistica come “il corriere della sera” di lanciare titoli come quelli che leggiamo. Diversamente, diffidiamo le testate giornalistiche dal fornire notizie false e diffamatorie della classe docente.

Invitiamo i politici che si occupano di scuola a dare ulteriori chiarimenti e chiedere ai giornalisti di fare il proprio lavoro, ovvero di dare notizie vere basate su fatti veri.
Le operazioni di test sono ancora in corso, quindi non è per nulla possibile appurare quanti docenti abbiano effettuato il test e quanto abbiano deciso di non farlo. Solo alla fine di tali operazioni si saprà il numero dei docenti che hanno accettato di sottoporsi al test. in quel momento specifico occorrerà conoscere anche le ragioni secondo le quali eventualmente il test non è stato somministrato. Se un docente si vede rigettata la richiesta al medico di base, non riesce a prenotarsi presso le ASL territoriali, non si più parlare di rifiuto da parte del docente ma semmai di “rifiuto” da parte dello Stato di somministrare il test al docente affinché egli svolga il proprio lavoro secondo le norme di sicurezza vigenti.

Speriamo in una smentita da parte dei giornali che gridano allo scandalo.

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