Ci si accinge a vedere l’inizio del nuovo anno, e man mano leggiamo notizie che complicano sempre più l’avvio dell’anno 2021-22. Da uno studio della CISL emerge che l’insegnamento sul sostegno rappresenterà una emergenza per il nuovo anno. Sono praticamente 12.000 i docenti che per mobilità hanno chiesto il passaggio a posto comune con molta probabilità lo otterranno come è giusto che sia. Agli oltre 20mila posti rimasti vacanti lo scorso anno, 5000 nuove cattedre emerse dalla legge di bilancio e circa 2000 pensionamenti si aggiungono almeno 10mila dei 12mila posti che rimarranno vacanti dopo la mobilità. In totale ci saranno circa 37.000 cattedre sul sostegno che difficilmente potranno essere occupate da altrettanti insegnanti. Non ci sono così tanti docenti con titolo di specializzazione. Il fenomeno anno dopo anno si fa sempre più allarmante e si abbatte proprio sugli studenti più deboli.
Ma come conciliare il diritto del docente a cambiare contesto di insegnamento e quello dello studente ad avere un insegnante specializzato? E’ possibile che un trend come quello degli ultimi anni non spinga il ministero dell’istruzione ad aumentare i posti che vengono ogni anno resi disponibili per la specializzazione sul sostegno? Perchè, poi, tanta richiesta di mobilità da sostegno a posto comune nonostante il vincolo quinquennale? Urge sicuramente una riflessione anche sulla motivazione a svolgere un ruolo così delicato per la scuola. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che spesso molte altre cattedre sul sostegno per la scuola secondaria di secondo grado sono di fatto e in deroga, si ha chiaro il quadro della situazione dove migliaia di insegnanti si occupano di sostegno senza averne le competenze.
C’è una urgente domanda di formazione per la specializzazione sul sostegno, c’è altresì una grande richiesta di stabilizzare le migliaia di cattedre di fatto e in deroga che spesso vengono utilizzate esclusivamente per la mobilità annuale anche per quei docenti non specializzati in barba alla continuità didattica e senza alcun rispetto del diritto degli alunni più deboli che meritano insegnanti specializzati.


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