Odiato dagli insegnanti, odiato dai sindacati, ritenuto uno strumento che piuttosto che instaurare un clima di competizione ha prodotto solo guerre tra poveri, il bonus merito torna a scuola.


240 milioni buttati al vento, nella legge 107 erano 200. Ricordiamo che di quei 200 una parte venne inglobata nei fondi per l’aumento di stipendio del 2018 e la rimanente parte è stata abolita lo scorso anno con le somme confluite nei fondi di istituto.

Ma come si spiega tanta insistenza? Come è possibile che una misura tanto odiata che dopo un periodo sperimentale è stata abolita, adesso in pompa magna viene riproposta? C’era bisogno di spendere 240 milioni senza che nessuno lo richiedesse? A conti fatti essi rappresentano circa 10 euro al mese che potrebbero confluire nell’aumento degli stipendi su cui il Ministro sta “ragionando”.

Ma vediamo cosa ha portato il bonus merito negli anni in cui è stato applicato. Il primo problema ha riguardato la valutazione, tema tanto odiato dagli insegnanti soprattutto per come è stato proposto. Un comitato di valutazione che aveva l’onere di stabilire criteri sempre discutibili, poi una “classifica” dei bravi che “non si può pubblicare per privacy”, quindi una serie di imprecisioni e mancanze di trasparenza.

Alcune scuole hanno fatto ricorso al bonus merito laddove mancavano le risorse per le funzioni strumentali, quindi il docente incaricato per quelle funzioni risultava beneficiario di una somma considerevole, considerando merito l’aver svolto quella funzione.

Poi l’abolizione, un sospiro di sollievo per tutti, anche per i “beneficiari” che si sono visti additati come raccomandati. Finalmente si tornava alla situazione pre legge 107.

Adesso il nostro Ministro, non avendo altro da fare oltre a “ragionare” sull’aumento degli stipendi di cui non dice nulla, introduce con un colpo di penna una spesa non indifferente che si poteva spendere per altro.

La realtà è che il bonus merito o, come viene chiamato, “fondo per la valorizzazione della professione docente” è un trucco per premiare pochi docenti, il 10% al massimo, con somme considerevoli e ripagarli del mancato aumento che meritano (aumento che meritano tutti).

Quindi, per capirci, tutti potrebbero avere 80 o 90 euro lordi al mese e solo alcuni potrebbero avere un ulteriore “premio” di una somma che la scuola deciderà ma che potrebbe essere anche essa di circa 80 euro-mese, 1000 euro l’anno. Ogni scuola potrebbe avere circa 30mila euro da spendere premiando chi vuole.

Come pensate che si possano individuare i “bravi”? Il copione ormai è consolidato dal 2015 al 2018 e sicuramente verrà riproposto. Di certo ci si aspetta un considerevole premio a tutti quelli che fanno parte del cerchio magico che ruota intorno alla dirigenza come accadeva allora.

Aspettiamo di sapere cosa dicono i dirigenti ma già una idea possiamo farcela. Il bonus merito per loro è uno strumento in più per l’esercizio del loro potere assoluto sulla scuola.

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