Se dopo due anni di pandemia si parla di DaD come gesto estremo, la colpa non è tanto di chi propone la didattica a distanza, quando di chi non è riuscito a mettere le scuole in sicurezza.


Tra mascherine che non funzionano e puzzano di petrolio, distanziamento praticamente inesistente (altrimenti i numeri sull’assembramento nelle aule non quadrano) e zero investimenti strutturali, il caos è servito.

Il 5 marzo 2020 la scuola andava in DaD e non sapevamo neanche cosa fosse. Abbiamo sperimentato tutti i lati negativi della didattica a distanza, la spersonalizzazione delle attività didattiche, il denudamento di ogni strategia che in presenza funzionava e on line non va più.

Dad osannata come unica alternativa e al contempo demonizzata per via dell’annullamento delle relazioni sociali che essa comportava.

Nel frattempo la pandemia ha fatto il suo corso, ci si è alternati tra presenza e DaD. Sono passate due stagioni estive ma le scuole sono rimaste le stesse, le classi pollaio sono rimaste le stesse. Una sola differenza per alcuni sostanziale: i banchi monoposto e i banchi a rotelle, si, quelli che devono stare fermi per via del distanziamento ma hanno le rotelle, perchè non si sa mai uno deve spostarsi…

E siamo all’inizio dell’anno 2021-22, l’anno 3 dell’era covid che inizia al grido: mai più DaD. Un grido ipocrita, nella bocca dei Ministri, un grido che ha tutto il significato di “mai più problemi di babysitteraggio per i figli dei lavoratori” Sì, perchè le alternative alla Dad non sono mica state classi con meno studenti, mascherine più sicure, distanziamento più rigido, trasporti più sicuri. Nulla di tutto questo è successo e addirittura si è andati avanti sino a Natale come se tutto fosse tornato nella normalità. Nella legge di Bilancio non si è parlato di aumento degli organici come conseguenza della riduzione degli studenti per classe, ci si era persino dimenticati di rinnovare i finanziamenti agli organici covid sino al 31 marzo 2022, data di fine dello stato di emergenza.

Ecco, forse in questi “lapsus” va letta il totale scollamento tra realtà scolastica e governanti. Uno scollamento dettato dal fatto che l’istruzione vera ha perso il suo significato lasciando spazio ad una scuola come parcheggio per gli studenti, costi quel che costi. E’ questa chiave di lettura che consente di capire come tutto si incastra alla perfezione. E allora l’alibi “no-Dad” .

Infine la ciliegina sulla torta: lunedì prossimo varranno le nuove regole sulla DaD. Siccome molte classi vanno sempre più in Dad, meglio aumentare il numero di studenti perchè scatti la didattica a distanza. Eccovi la nuova normativa

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