Man mano che muta la situazione l’Istituto Superiore di Sanità studia nuovi modi per arginare la pandemia tenendo conto delle novità in fatto di contagio. Un documento in bozza che probabilmente entrerà in vigore nei prossimi giorni prevede di differenziare lo status di quarantena in base alla situazione che si prospetta in aula.


Nello specifico se ad essere contagiato è solo il docente, scatta il test per tutta la classe. Chi ha risultato negativo viene ammesso. Se in classe risultano un altro positivo allora occorre effettuare il test a tutti coloro i quali sono vaccinati o negativizzati mentre coloro i quali non lo sono vanno in quarantena 10 giorni. In caso di due positivi oltre al docente la classe viene messa tutta in quarantena.

Anche per la quarantena ci sono diversificazioni. Per chi è vaccinato-negativizzato essa vale 7 giorni mentre per gli altri vale 10 giorni.

Le regole così contorte servono sicuramente ad evitare le situazioni di quarantena laddove possibile ed usarle quando i contagiati in una classe sono più di 2. E’ chiaro che per le scuole con alunni under 12 che non hanno fatto vaccinazione queste regole vadano comprese in modo diverso poichè le quarantene eventualmente scatterebbero lo stesso.

Un fatto positivo riguarda l’uso di tamponi per tutti in situazioni in cui ci sia almeno un contagiato. Non si capisce la differenziazione tra docente e studente.

La norma, comunque, presenta elementi di violazione della privacy. Laddove occorre differenziare l’intervento tra vaccinati e non, si diffondono notizie riguardo la privacy. E’ anche fin troppo chiaro che un meccanismo del genere non potrà essere gestito dalla singola istituzione. Sarebbe opportuno ci fosse un presidio sanitario presso ogni ambito territoriale che di volta in volta effettui controlli e prenda decisioni.

Una scuola piena di tanta burocrazia non potrà mai consentire il normale andamento delle attività didattiche.

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