Il 10 dicembre 2021 gli insegnanti scioperavano e tra i motivi c’era un aumento che manca da ben 3 anni. Il contratto è scaduto il 31 dicembre 2018. Da allora i sindacati si sono zittiti, niente da dire, visto che meno del 7% ha aderito allo sciopero, come se fosse necessaria una conferma da parte degli iscritti e loro non fossero li a dover fare il proprio lavoro.

50 giorno sono trascorsi e finalmente si sente parlare di riapertura delle trattative. Fra un paio di mesi sono previste le elezioni RSU, i sindacati pensano di usare l’arma del rinnovo contrattuale come strumento per chiedere ai docenti sceglierli.

Ma dove eravamo rimasti? Poco più di 100 euro lordi, il minimo per rientrare in quelle tre cifre tanto promesse. 100 euro lordi rappresentano non più di 60-65 euro netti. Una miseria che non copre neanche l’inflazione dell’ultimo anno, peggio se si considera quella del 2022 pieno di caro bollette e rincari di ogni genere. Lontani, molto lontani dai 600 euro sbandierati da Bianchi fresco di nomina circa un anno fa. Ma tra “gli insegnanti meritano” e “agli insegnanti riconosciamo” un amento di x euro c’è l’abisso.

Restiamo in attesa e stiamo a guardare lo spettacolo d’arte varia del tavolo delle trattative che i sindacati non chiuderanno prima di aprile 2022, dopo aver chiuso, cioè, le elezioni RSU. Perchè portare a casa una sonora sconfitta di un aumento mancetta da loro firmato sarebbe una pessima presentazione alle elezioni RSU. Lo dico da 6 mesi e continuo a ribadirlo.

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