Ogni anno a febbraio sui cedolini dei dipendenti della PA arrivano tante sorprese spesso indesiderate: inaspettatamente le somme accreditate sono più basse di quanto previsto. Alcuni insegnanti si sono visti recapitare un cedolino con solo 1 euro di stipendio.


Cosa succede e perchè lo Stato non fa bene i calcoli durante l’anno per poi arrivare a certe sorprese?

Chiuso l’anno solare, di solito lo Stato dovrebbe aver percepito tutti i prelievi fiscali e previdenziali dovuti, visto che l’importo del nostro stipendio lordo annuo è fisso. Spesso, però, accade che arrivano nuovi introiti, ad esempio nei mesi di settembre-ottobre arrivano somme percepite per esami di stato, attività extra e altro. Accade anche che alcune somme di fatto comportano il salto di aliquota IRPEF. Ad esempio per stipendi lordi sino a 28.000 euro l’aliquota Irpef è del 27% mentre superata tale soglia e sino a 55mila euro lordi si passa ad una aloiquota al 38%. Capita spesso, infatti che le somme extra vengano calcolate con detrazione con aliquota più bassa ovvero del 27% per poi scoprire che sforando la nota dei 28 mila euro lordi l’aloiquota salga a 38% quindi ben 11% oltre quanto pagato a monte. Quall’11% di fatto rappresenta oggetto di conguaglio fiscale che di solito arriva a febbraio. La stessa cosa va considerata anche per i contributi previdenziali. Può capitare che le somme extra vengano calcolate senza tenere conto dei contributi il cui calcolo viene fatto ex post. Quindi, morale della favola, accade molto spesso che siamo contenti dia vere percepito 1000 euro in più (già netti) per varie attività extra e poi scopriamo che a febbraio restituiamo una parte considerevole anche oltre 200 euro.

La cosa diventa ancora più curiosa nei casi in cui il docente fa un avanzamento di carriera ad esempio il 1 settembre 2021. Egli, infatti, si troverà a metà anno solare a percepire uno stipendio differente ma il calcolo preventivo delle tasse non è stato effettuato, quindi dovrà poi conguagliare a febbraio, quando i conti per l’intero anno solare sono fatti.

Una cosa curiosa riguarda i docenti precari. Essi per via del loro rapporto incostante possono essere sottoposti un anno ad aliquote basse, ad esempio 23% perché percepiranno uno stipendio annuo che dal 1 settembre non produrrà più di 15000 euro lordi, ma poi si ritroveranno l’anno successivo con la stessa aliquota bassa applicata, quando magari saranno impegnati per tutto l’anno solare, sforando.

Una trattazione interessante va fatta per il bonus 100 euro riservato a stipendi sino a 28.000 euro. Essendo un importo pari a ben 1200 euro annuo, chi supera la soglia di 28.000 euro rischia di guadagnare meno dovendo restituire l’intero bonus rinuncia soluzione o dilazionata.

Con le ultime novità relative proprio al bonus 100 euro 2022, dunque, i lavoratori dipendenti che non superano un reddito annuo di 15.000 euro continueranno a ricevere per intero i 100 euro. Per i lavoratori dipendenti con un reddito annuo compreso tra i 15.000 e i 28.000 euro, invece, il bonus 100 euro sarà calcolato come differenza tra imposta lorda e detrazioni spettanti, ma non potrà superare i 1.200 euro l’anno.

Insomma, una situazione complicata che spesso non può essere programmata a priori, ecco perchè poi i conti vengono fatti a chiusura anno e spesso capita che il docente debba rimborsare somme percepite.

Raramente, invece, accade che il rimborso sia a credito, cosa che ci si aspetta, invece all’atto della dichiarazione dei redditi quando il contribuente porterà in detrazione spese varie.

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