Sappiamo ormai che la scuola vive di paradossi e ciò che leggiamo negli ultimi giorni è uno dei più lampanti.


Il liceo breve, retaggio della 107, portato avanti in via sperimentale ma senza documentati risultati, viene di nuovo riportato in auge dal neo Ministro, ritenuto ormai un punto di continuità nel combinato disposto tra la 107 (e tutte e diavolerie in esse contenute) e l’operato dell’ex Ministra Azzolina per ciò che concerne azioni a contrasto delle difficoltà in tempo di pandemia.

In molti già si chiedono come possano reggersi due proposte tra loro contrastanti. Se da un lato sembra acclarato il gap formativo che gli studenti stanno accusando per via della DaD (non perdono giorni, i docenti lavorano doppio e gli studenti anche, semmai è la situazione contingente a creare un certo gap formativo), dall’altro sembra normale che gli stessi studenti possano perdere un intero anno scolastico e apprendere in 4 anni ciò che è previsto in 5 anni.

La scuola, si sa, è piena di paradossi ma i docenti tutto si aspettavano tranne il ritorno di pezzi della legge 107 soprattutto in piena contraddizione con le nuove misure che vogliono la scuola aperta in estate.

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