Non si fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo per l’abolizione di un bonus merito, grande pecca della legge 107, che esso viene riproposto in pompa magna.


Era il 13 luglio 2015, la legge 107 veniva promulgata e tra le norme peggiori oltre alla chiamata diretta c’era un bonus merito, una mancetta ad uso dei dirigenti per premiare i docenti più fedeli. Ci vogliono anni di lotte per decretare il de profundis ad una pratica scorretta che rafforza il potere dei dirigenti. Ci vogliono anche lotte di tanti docenti 5 Stelle che sin dalla prima ora sono contrari ad un bonus che avrebbe dovuto premiare un merito non misurabile, per niente valutabile perchè la scuola non si misura in metri quadri. Ci vogliono contrattazioni sindacali che decretano definitivamente la cancellazione di oltre 200 milioni annui di bonus in favore di un aumento di stipendio che pur essendo misero, veniva rimpinguato da ulteriori fondi.

Eravamo alla vigilia delle elezioni 2018 e si tirava da un lato un sospiro di sollievo per l’abolizione parziale, poi definita di una pratica della discordia, dall’altro si accusavano i sindacati per aver firmato un aumento misero.

L’anno in corso, finalmente, è il primo senza il famigerato bonus. Un anno in cui sono venuti a mancare gli strumenti in mano a dirigenti con pochi scrupoli atti a motivare o demotivare i docenti ma soprattutto atti a metterli l’un contro l’altro armati.

E’ di qualche giorno la notizia secondo la quale ma Ministra sarebbe contraria ad un aumento “a pioggia ” per tutti gli insegnanti. Occorre, dice, che il “middle management” abbia un bonus merito per il compito che svolge.
Ancora una volta si subisce un tentativo di creare nella scuola una “carriera dell’insegnante” che non c’è, grazie ad un ulteriore strumento che verrebbe messo nelle mani dei dirigenti per foraggiare il loro cerchio magico.

Ci si stupisce come mai le stesse persone che per anni hanno criticato e finalmente abolito il bonus merito, adesso ritengano di reintrodurlo addirittura in una forma più subdola e strumentale.

I docenti, tutti, stanno svolgendo un lavoro impeccabile in tempo di pandemia. Essi hanno diritto al rinnovo del contratto scaduto da due anni.

Speriamo che gli organi sindacali si accorgano dell’ennesimo tentativo affossare il lavoro e la professionalità di migliaia di docenti. Errare è umano, perseverare è diabolico.

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