Mezzo miliardo di euro, tanto ammonta il costo che verrà affrontato per tenere la scuola aperta in estate, tra attività ludiche, sport musica all’aperto anche a ferragosto, quando studenti e docenti, stremati, vorrebbero godersi le meritate vacanze.


Una misura “su richiesta” che così dovrebbe mettere d’accordo tutti. Chi non vuole non partecipi, questo è lo slogan che cerca di evitare scontri tra docenti, studenti e dirigenti scolastici.

La domanda nasce spontanea: tra le tante misure a sostegno della scuola carente, bistrattata, mal gestita, era veramente necessario spendere mezzo miliardo per tenere pochi studenti in attività “sociale”? E’ fin troppo evidente che le partecipazioni saranno ridicole se si tiene conto del grande bisogno di riposo che aleggia tra le aule scolastiche.

“Recupero degli apprendimenti” si legge tra le motivazioni ma poi si legge anche: socialità sport, musica, tutte attività validissime, per carità, ma per nulla oggetto di recupero di quegli apprendimenti che a detta di alcuni sarebbero stati perduti nell’arco dell’anno scolastico in DaD.

Opinioni totalmente scollate dalla realtà che vengono fuori da un ministero che cambia ministri ma che sforna sempre idee bislacche, strampalate e alla ricerca di popolarità tra genitori e studenti, mai in ascolto di docenti e dirigenti.

Surreale la calda accoglienza dei tre sindacati per voce dei tre segretari nazionali.  Maddalena Gissi. La progettazione delle attività estive, che condividiamo nelle sue finalità, in questo anno straordinario – osserva Francesco Sinopoli – può rappresentare una prima occasione per restituire centralità alla scuola.

Si fa veramente fatica a ritenersi rappresentati da queste persone.

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